Si è svolta al Liceo Classico Alighieri la tre giorni “Un Pozzo di Scienza” dedicata quest’anno al tema dei media. Il Gruppo Hera ha offerto questa opportunità proponendo incontri, giochi di ruolo e conferenze sul tema dell’Abitare il mondo al tempo dei Social Network.
I nuovi linguaggi e le nuove modalità di comunicazione producono in modo decisivo mutamenti sociali rilevanti dei quali tutti dobbiamo essere consapevoli, per essere in grado di discuterne, utilizzarne le potenzialità ed esserne protagonisti.
Si è partiti con Log in-Log out, un gioco di ruolo per capire meglio cosa significa iscriversi a un social network mettendo la propria vita nella rete, sotto gli occhi di tutti. In Europa, il 77% di chi ha dai 13 ai 16 anni utilizza i social network, diventati un vero e proprio punto di riferimento dalle infinite possibilità di utilizzo, ma vogliamo insegnare un utilizzo intelligente.
Da queste nuove possibilità nasce però la questione delle nuove forme di dipendenza da Internet, dai videogiochi e dal gioco on line. A parlarne agli studenti è stato Pasquale Laselva, psicologo e psicoterapeuta, che ha descritto gli effetti negativi e positivi che questa attività virtuale provoca su bambini e ragazzi, sulle loro abilità cognitive, sul rapporto con la realtà.
L’utilizzo dei media trasforma inevitabilmente anche la comunicazione, ridefinendo le regole del gioco nel mondo dell’informazione. Sergio Maistrello, giornalista freelance, ha affrontato l’argomento con un incontro sul tema del giornalismo partecipativo che trasforma il lettore in protagonista dell’informazione facendogli perciò assumere un ruolo attivo.
La conseguenza è la trasformazione dei mezzi di informazione con una maggiore possibilità di confronto e di approfondimento. Ai genitori e ai docenti è stata proposta una bella riflessione di Andrea Vico, divulgatore scientifico, sul tema: “Nativi digitali o tardivi digitali? Nuovi canali di comunicazione tra padri e figli“. I ragazzi crescono circondati da tecnologie digitali che sanno utilizzare con abilità e disinvoltura, ma i loro genitori sono i cosiddetti “immigrati digitali”che utilizzano a volte un po’ goffamente computer e telefonino. E che dire dei nonni “tardivi digitali”che guardano con un certo sospetto i nuovi strumenti di comunicazione? Occorre riflettere per attenuare il “digital divide” generazionale connettendo figli, padri e nonni con lo scopo di incoraggiare la comunicazione tra adulti e ragazzi.
Si è potuta realizzare una bella analisi dei fenomeni legati all’uso delle tecnologie, della rete e delle loro applicazioni, trattandole con obiettività e consapevolezza, senza pregiudizi per condurre una riflessione che ha visto ancora una volta protagonisti gli studenti.
Fonte: www.ravennanotizie.it