Halloween è una festività anglosassone che trae le sue origini da ricorrenze celtiche (All-Hallows-Eve) che ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre e spesso violente. Si celebra la notte del 31 ottobre anticipando la festività di Ognissanti. Appare evidente in momento storico in cui “la crisi e l’orrido” stanno devastando ogni settore delle vita umana, questa festività trova il suo collocamento senza troppa resistenza: quale surrogato alla frutrazione. Ma i rischi sono quelli di trasmettere il gusto per l’orrido e per la violenza impoverendo la capacità di un pensiero autonomo critico ed empatico.
Fare “dolcetto o scherzetto” come anche intagliare zucche con espressioni spaventose o grottesche è un’usanza di Halloween. I bambini vanno travestiti di casa in casa chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda “Dolcetto o scherzetto?”. La parola “scherzetto” è la traduzione dall’inglese “trick”, una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato alcun dolcetto (“treat”). “Trick or treat” (dolcetto o scherzetto) in realtà significa anche “sacrificio o maledizione”
Halloween, spiega anche il prof. Cantelmi “attiene ad una cultura un po’ magica. Nasce per esorcizzare la paura della morte e cercare di dominarla. Ma è totalmente slegata dalla nostra cultura e dalle tradizioni locali, per questo è artificiale”. In più non contiene alcun elemento educativo, anzi. La ‘fortuna’ che questa festa ha cominciato ad avere nel nostro Paese “è legata a due motivi. Il primo è la superficialità diffusa che porta ad una scarsa riflessione sui contenuti diseducativi della festa stessa. Il secondo motivo è che oggi i genitori sono più adolescenti dei loro figli e sono altrettanto attratti dall’estetica dell’orrido”. E’ sta proprio in quest’ultimo elemento il vero fascino di Halloween. “L’estetica dell’orrido attrae perché crea a emozioni forti e ci si sente potenti nello sperimentare la capacità di controllare la paura”.
Anche in questo caso il ruolo dei genitori è fondamentale affinché orientino i propri figli verso il gusto del Bello inteso come esperienza emoziale positiva e verso un’autonomia del pensiero intesa come capacità critica di giudizio.